L’ aquila
Home » Fauna » L’ aquila
Aquila reale
L’aquila reale è uno dei rapaci più maestosi, volteggia nel cielo fino ad
altezze vertiginose, sfruttando le correnti ascensionali e scrutando il suolo
con la sua potentissima vista. Come tutti gli altri rapaci, infatti, possiede
occhi che le consentono un’acutezza visiva almeno otto volte superiore a quella
dell’uomo. Caccia su un territorio vastissimo, tra i 30 ed i 100 chilometri
quadrati, con decise picchiate sulle prede.
Classificazione scientifica
Phylum: Chordata
Superclasse: Tetrapodi
Classe: Uccelli
Sottoclasse: Neorniti
Superordine: Ungulati
Ordine: Accipitriformes
Sottordine: Ruminanti
Famiglia: Accipitridi
Sottofamiglia: Aquilinae
Genere: Aquila
Occhio d' aquila
Occhio d’aquila
Ha una lunghezza di 74 – 87 cm; la coda misura dai 26 ai 33 cm, con un’apertura
alare di 203-220 cm.
Il suo peso varia dai 2,9 kg, ai 6,6 kg; la femmina è del 20% circa più grande
del maschio.
Le sue parti superiori sono di color bruno castano, con penne e piume copritrici
più pallide, le parti inferiori sono di color castano scuro, la testa invece è
di color castano dorato. A questa caratteristica si riferisce il secondo nome “chrysaetos”,
che in greco vuol dire “aquila d’oro”. Il colorito varia a seconda dell’età e
l’abito adulto viene completato a 5 anni di vita.
L’aquila reale è “calzata”, cioè caratterizzata, come le altre specie di aquila,
dalla presenza di penne sui tarsi, che assicurano la protezione delle estremità
dalle basse temperature dei luoghi in cui vive.La specie è alquanto longeva. In
libertà raggiunge i 15-20 anni di vita; in cattività vi sono delle segnalazioni
di individui che hanno raggiunto anche i 50 anni.
Il giovane appena involato possiede un piumaggio bruno nerastro con evidenti
macchie bianche a semiluna al centro delle ali e coda bianca bordata di nero; la
livrea dell’adulto è bruna con spalle e nuca dorate (da cui il nome inglese
“Golden Eagle”, Aquila dorata). Il pulcino è ricoperto da un fitto piumino
biancastro.
Aquila, uno splendido rapace
In volo ha ali sollevate e spinte leggermente in avanti. L’Aquila reale è uno
dei più potenti uccelli rapaci del mondo; la robusta struttura le consente di
attaccare con successo prede spesso più pesanti di lei e nonostante la mole
imponente possiede un volo assai agile.
Il piede ha le caratteristiche tipiche dei rapaci che si nutrono in prevalenza
di mammiferi, con dita relativamente brevi e grandi artigli in grado di ferire
efficacemente le prede dopo aver penetrato la pelliccia.
Il forte becco adunco le consente non solo di uccidere animali di taglia
medio-piccola, ma anche di dilaniare carcasse di grandi animali rinvenuti già
morti. Emette poche grida, tranne in periodo riproduttivo, che sono simili ai
versi di un cane.
Distribuzione
Un tempo l’aquila reale viveva nelle zone temperate dell’Europa, nella parte
nord dell’Asia, nel nord America, nord Africa e Giappone. In molte di queste
regioni l’aquila è oggi presente solamente sui rilievi montuosi, ma nei secoli
precedenti nidificava anche nelle pianure e nelle foreste. È assente in Islanda
e Irlanda dove è in corso un tentativo di ripopolamento con 35 uccelli
rilasciati dal 2001. In Italia è presente sulla dorsale appenninica, sull’arco
alpino e sulle Dolomiti, in rilievi della Sardegna e della Sicilia. Il limite
nord dell’areale dell’aquila sono le Isole Svalbard (81°N).
Sottospecie
A. c. chrysaetos – sottospecie tipo, vive in tutta Europa esclusa la Penisola
iberica e in Siberia, misura 82-84 cm, è quella che è presente negli zoo.
A. c. canadensis – sottospecie poco più piccola della precedente, vive in Nord
America ma talvolta si sposta anche in Messico, si distingue per la coda più
scura e gli artigli più affilati
A. c. homeryi – diffusa in Penisola Iberica, Africa e Medio oriente, è la
sottospecie più piccola. Per il resto è simile alla sottospecie tipo, a parte il
capo più chiaro.
A. c. japonica – sottospecie più rara e in pericolo di estinzione, è limitata a
Corea e Giappone ed è estinta in Manciuria. Lunga 80-85 cm, è la più adattata al
clima freddo.
A. c. daphanea – presente dall’Asia centrale ex sovietica (Uzbekistan e paesi
vicini, a est fino alla Manciuria e a sud fino all’Himalaya indiana, raggiunge
anche 90 cm di lunghezza e 7 kg di peso.
A. c. kamtschatica – questa sottospecie è poco più piccola della precedente ed è
diffusa dai Monti Altai alla Kamcatka.
Ecologia
Frequenta una vasta gamma di ambienti aperti o semi-alberati e la sua plasticità
dal punto di vista delle esigenze ecologiche le ha consentito di colonizzare un
ampio areale sia in Eurasia, sia in Nordamerica. In Italia è presente su tutte
le più importanti catene montuose (Alpi, Appennino, monti sardi e siciliani).
Un territorio frequentato da una coppia di Aquile reali è solitamente composto
da un sito di nidificazione con pareti rocciose ospitanti i nidi e da una serie
di territori di caccia poco o per nulla boscati, localizzati di norma in
posizione periferica rispetto al settore con i nidi.
Questi ultimi sono collocati al di sotto dei territori di caccia estivi per
agevolare il trasporto di pesanti prede ai giovani; i nidi non vanno quindi
cercati in prossimità delle vette, ove spesso li vorrebbe la tradizione
popolare, ma soprattutto intorno ai 1700-2200 m. Altitudini record di 2500-2700
m, segnalate per il passato in Valle d’Aosta, sono probabilmente conseguenti a
ripetute persecuzioni ai danni di nidi situati in località più accessibili.
Un bel esemplare di aquila reale
Questi ultimi sono collocati al di sotto dei territori di caccia estivi per
agevolare il trasporto di pesanti prede ai giovani; i nidi non vanno quindi
cercati in prossimità delle vette, ove spesso li vorrebbe la tradizione
popolare, ma soprattutto intorno ai 1700-2200 m. Altitudini record di 2500-2700
m, segnalate per il passato in Valle d’Aosta, sono probabilmente conseguenti a
ripetute persecuzioni ai danni di nidi situati in località più accessibili.
Riproduzione
Fedeli per la vita, il maschio e la femmina di aquila reale, una volta formata
la coppia e conquistato un territorio, rimangono stanziali per molti anni
costruendo nei dintorni, sulle pareti a picco dei dirupi o, più raramente, fra i
rami degli alberi più alti, anche una decina di nidi scegliendo, di anno in
anno, quello che sembra il più adatto. Sempre, però, i nidi sono costruiti più
in basso rispetto all’altitudine di caccia, per evitare faticose risalite con la
preda tra gli artigli.
Controllo del territorio
Il territorio varia da 40 a 180 km quadrati ed il controllo dello stesso viene
effettuato equamente tra maschio e femmina e, il più delle volte, si limita a
manifestazioni aeree (voli a festoni, volteggi) lungo il confine del territorio
stesso per segnalare alle altre aquile quali siano gli effettivi confini.
Affascinante, invece, il volo del rituale di accoppiamento che avviene in marzo:
la cosiddetta danza del cielo, che prosegue per vari giorni, vede impegnati
entrambi gli individui in spettacolari evoluzioni che spesso la femmina compie
in volo rovesciato mentre il maschio sembra piombarle sopra, o con scambi di
preda in volo o giri della morte.
La danza viene alternata ai lavori di restauro dei nidi e solo alla fine verrà
scelto quello definitivo. Questi raggiungono spesso i due metri di diametro e,
anche a causa delle annuali ristrutturazioni, possono avere uno spessore di un
metro.
All’accoppiamento, che avviene sempre a terra, segue la deposizione delle uova
(gennaio nelle zone più calde e maggio in quelle più fredde) solitamente due a
distanza di 2 – 5 giorni l’una dall’altra. In questo periodo il maschio è poco
presente, per ricomparire immediatamente alla schiusa (dopo 43 – 45 giorni di
cova) per portare cibo sia alla madre che ai due piccoli che nascono tra aprile
e maggio, ad alcuni giorni uno dall’altro. Il più vecchio uccide quasi sempre
l’altro. Dopo due mesi il pulcino diventa un aquilotto ed inizia ad esercitarsi
nel volo sul bordo del nido. Spicca il primo volo a 75 giorni e dopo 160 – 170
dalla nascita diventa indipendente: in questo periodo viene portato dai genitori
fuori dai confini del territorio natale e diventa nomade fino a quanto, verso i
3 – 6 anni, ormai in grado di procreare, costituirà un nuovo nucleo famigliare.
Comportamento generale
L’aquila ha a disposizione due modi per cacciare: all’agguato e in volo,
solitamente cerca di sorprendere le prede. Di solito cacciano in due: un’aquila
vola bassa per mettere paura allla preda e l’altra dall’alto cerca di
catturarla.
Durante il giorno l’aquila sta molto tranquilla, tranne nella parte centrale
della giornata.
Molte aquile hanno una tendenza a spostarsi verso le zone più calde.
Alimentazione dell’aquila reale
L’aquila si alimenta di mammiferi ed uccelli, a seconda delle zone. In certe
zone anche di rettili.
Tra i mammiferi preferisce i roditori, lepri, marmotte, conigli selvatici e
scoiattoli.
Invece tra gli uccelli, si nutre soprattutto di galliformi e anche di carogne in
inverno. Tra i rettili preda serpenti, tartarughe (che cattura e sfracella sulle
rocce) e talvolta, se non trova di più, ramarri e altri sauri. Spesso i due
partner cacciano insieme e giocano con la preda. I giovani devono consumare
molto cibo, ma spesso solo un piccolo, il primo nato, sopravvive poiché si
accaparra tutto il cibo.
L’aquila può sollevare 18 kg di preda, quasi tre volte il suo peso massimo
(volpe, giovani ungulati) ed integra regolarmente la sua dieta con resti di
animali rinvenuti morti (soprattutto ungulati vittime dei rigori invernali).
Popolazione e stato di conservazione
L’aquila è in diminuzione in molte aree a causa di persecuzione; dov’è protetta
è in aumento.
È presente in maggior parte, nelle Alpi (200 coppie di nidificati), negli
Appennini (50 coppie), in Sicilia (10 coppie) e Sardegna (30 coppie).
Nel territorio di Cortina ci sono attualmente 3 coppie.
La popolazione è in lento aumento in Italia, Bulgaria, Turchia, Africa
settentrionale, Penisola arabica, Cina, Ucraina e Scozia. La popolazione
statunitense, canadese, giapponese, greca e scandinava ha registrato un maggiore
incremento. In decremento sono le aquile di Spagna e Corea, mentre in Uzbekistan
sembra prossima alla scomparsa. I principali fattori che colpiscono questa
specie sono: il disboscamento, la caccia e la cattura dei nidiacei.
Simbologia
L’aquila reale riveste un ruolo molto importante nella storia della simbologia
europea. Per i greci era un simbolo di Zeus, colei che ne rispecchiava i valori
fondamentali. Il fatto che simboleggiasse il padre degli dei fece sì che i
romani la scegliessero come emblema fin dai tempi della repubblica. Con la
divisione dell’Impero in due parti decretata dall’imperatore romano Teodosio per
i suoi figli, Arcadio che ebbe l’Oriente e Onorio l’Occidente, l’aquila romana
da quel momento fu raffigurata unico corpo (impero romano) a due teste (oriente
e occidente), come anche ora si può vedere in stemmi che si rifanno all’impero
romano.
L’aquila verrà poi spesso ripresa da tutte le nazioni che vorranno emulare
l’immagine di Roma e questo comportò quindi che essa venisse utilizzata da Carlo
Magno, Napoleone, gli stati dell’Europa dell’est, Hitler, Mussolini e infine
dagli USA. L’aquila compare anche nella bandiera nazionale del Kazakistan.
La valorizzazione dell’aquila venne portata avanti in seguito dalla Chiesa
cattolica, che prese a sua volta spunto dal fatto che essa è simbolo di
spiritualità (l’aquila è simbolo dell’evangelista Giovanni, il più spirituale
dei quattro). Dante la riporta nel sesto canto del paradiso e ne innalza i
valori.
La sua strumentalizzazione nel corso della storia l’ha portata paradossalmente
ad essere vista da alcuni come un’immagine negativa, in quanto utilizzata come
simbolo dagli stati totalitari che devastarono l’Europa nel ‘900. Qui a Cortina,
se presti attenzione, potrai trovare lo stemma dell’Impero Austro-Ungarico,
l’aquila bicefala.Oggi, tuttavia, è usata comunque in molte aziende, società e
paesi come simbolo di fierezza, nobiltà, divinità e orgoglio (oltre ad essere
usata dagli allevatori per cacciar le volpi quando si avvicinano ai pollai).
https://www.guidedolomiti.com
Fin dalla notte dei tempi l’uomo è affascinato dalla natura e dagli animali, li
utilizza per cercare di capire meglio il mondo facendoli diventare protagonisti
di miti, leggende, poesie, romanzi. Tra tutti gli animali l’aquila, considerata
la “regina del cielo” è da sempre uno degli uccelli più ammirati, amati, persino
adorati.
L’aquila è un rapace da record
L’aquila reale è uno dei rapaci diurni italiani più affascinanti. Pesa in media
tra i 4 e i 7 chilogrammi e per una lunghezza tra gli 83 e i 92 cm (dal becco
alla coda). Facile da riconoscere per le sue grandi dimensioni e per la
silhouette caratteristica, l’aquila reale ha un piumaggio bruno castano che solo
sul capo presenta bellissime striature dorate che svelano l’origine del suo nome
scientifico Aquila chrysaetos che letteralmente significa “Aquila d’oro”.
Ma il dato più sorprendente sull’aquila reale è la sua apertura alare che spesso
tocca i 2,4 metri. Queste ali da Guinnes dei primati, unite a una muscolatura
potente, sono il vero segreto della straordinaria abilità di volo dell’aquila
che può superare in picchiata i 200 chilometri orari ed è capace di acrobazie
aeree impressionanti come picchiate, virate improvvise e persino capriole.
Uccello del Tuono e Regina di tutti gli uccelli
Animali maestosi, liberi di volare verso l’alto, tra le vette delle montagne,
nella vastità del cielo. Per questo nella mitologia antica l’aquila è spesso
associata al sole ed è considerata, a seconda delle diverse culture, una
manifestazione dello spirito divino o una messaggera degli dei. Nella tradizione
greca e romana l’aquila è il simbolo di Zeus e, come il padre degli dei, è
portatrice di fulmini e immagine di grande potenza.
Ami i rapaci?
Se ami le aquile, i falchi e gli altri rapaci diventa socio Lipu. Con l'offerta
ISCRIZIONE + LIBRO (quota speciale 50€) riceverai il prezioso volume Rapaci
d'Italia, l'opera completa su questi splendidi animali (448 pagine a colori
impreziosite da 215 immagini d'autore).
Inoltre riceverai anche la tessera di Socio Lipu, lo storico adesivo e un anno
di abbonamento alla rivista trimestrale Ali.
ISCRIZIONE + LIBRO rapaci
Anche nella cultura dei nativi americani le aquile sono gli uccelli dei fulmini
o meglio ancora “Uccelli del tuono”, incarnazione del Grande Spirito e per
questo adorate e rispettate. Piume di aquila, totem e maschere con le sembianze
di aquila erano molto comuni nei riti sciamanici Sioux. “Vola in alto per potere
abbracciare con lo sguardo una visuale più ampia sulle zone sottostanti. Ed è
per questo che gli uomini dicono dell'aquila che, fra tutti gli uccelli, è
l'unico a essere divino” (Aristotele).
Nell’antica Babilonia, Ningirsu, dio delle tempeste e della fertilità, era
impersonificato da un’aquila bicipite ovvero con due teste che guardavano in
direzione opposta. Nelle fiabe, così come negli antichi bestiari medievali, se
il leone è il re degli animali sulla terra l’aquila è considerata la regina di
tutti gli uccelli. Nella simbologia cristiana l’apostolo Giovanni è spesso
rappresentato sotto forma di aquila, con volto o ali di aquila sono spesso
raffigurati gli angeli. Tra i vari attributi legati alla figura dell’aquila c’è
anche quello dell’intelligenza tanto che, ancora oggi, di una persona non molto
sveglia si usa dire “non è un’aquila”.
L'aquila reale: uno spietato rapace o una madre amorevole?
Spesso i rapaci sono associati a un’immagine aggressiva e per niente amorevole,
ma osservare l’aquila reale nella sua vita di coppia può aiutare a sfatare
questo falso mito. Le aquile infatti, una volta formata la coppia, rimangono
fedeli per tutta la vita.
Il maschio e la femmina si scelgono con uno spettacolare rito nuziale che
avviene in volo.
A prima vista potrebbe essere scambiato per una battaglia tra due esemplari
della stessa specie, invece si tratta di una danza di corteggiamento tra i più
elaborati di tutto il regno animale. Anche nella costruzione del nido e nelle
cure parentali le aquile si dimostrano molto più attente e affettuose di come
spesso la tradizione popolare le ha dipinte.
Il fascino dell'aquila reale nell'arte
Ratto di Ganimede, Correggio, 1531 - 1532. Donatello, rilievo con simbolo
dell'Evangelista Giovanni - Basilica del Santo Padova. Fibula a forma d'aquila,
Domagnano (500 circa) foto Sailko. CC BY-SA 3.0Ratto di Ganimede, Correggio,
1531 - 1532. Donatello, rilievo con simbolo dell'Evangelista Giovanni - Basilica
del Santo Padova. Fibula a forma d'aquila, Domagnano (500 circa) foto Sailko. CC
BY-SA 3.0Anche la storia dell’arte dimostra il fascino che gli uomini hanno
nutrito nei secoli per questi animali straordinari. Nell’antico Egitto, l’anima
veniva spesso rappresentata sotto forma di un’aquila; ecco allora che talismani
a forma di aquila venivano nascosti tra le bende delle mummie per permettere
all’anima di liberarsi dal corpo e volare nell’al di là dopo la morte.
Se ami le aquile iscriviti alla Lipu.
Se ami l'aquila reale e gli altri bellissimi rapaci italiani puoi imparare a
conoscerli meglio e aiutarci a proteggerli con l'iscrizione alla Lipu + libro
"Rapaci italiani". Offerta ISCRIZIONE + LIBRO (quota speciale 50€) riceverai il
prezioso volume Rapaci d'Italia.
ISCRIZIONE + LIBRO rapaci
Uno dei più bei gioielli di tutto il medioevo europeo è proprio una “fibula”
d’oro con la forma di un aquila, ritrovata nella Repubblica di San Marino è
parte del celebre Tesoro di Domagnano (V-VI secolo) e oggi conservata a
Norimberga. Pittori di tutte le epoche hanno reso immortale attraverso dipinti e
sculture il mito di Ganimede, il giovane e bellissimo coppiere degli dei, rapito
da Giove sotto forma di aquila.
Proteggiamo l’aquila reale
In Italia l’aquila reale è presente sulle Alpi, sugli Appennini e sulle isole
maggiori. Per sopravvivere ha bisogno di pareti rocciose per nidificare e ampi
territori di caccia con un’alta percentuale di aree aperte costituite da
praterie alpine, roccia nuda e radi cespuglieti, dove poter trovare le prede di
cui si nutre.
Oggi l’aquila reale è considerata in uno “stato di conservazione inadeguato”,
confermato dal fatto che anche nella Lista Rossa Italiana degli uccelli
nidificanti la specie è considerata ancora a rischio nella categoria Near
threatened (NT). L’aquila infatti, come altri grandi rapaci, non riesce sempre a
riprodursi a causa soprattutto del disturbo provocato dall’uomo. Un turismo più
consapevole e un’adeguata regolamentazione delle attività sportive di alta
montagna (come il trekking o l’arrampicata sulle pareti rocciose) possono essere
buone pratiche per garantire la sopravvivenza di questa straordinaria specie.
http://www.lipu.it
L’aquila guarda senza timore il sole bene in faccia
e tu puoi guardare la luce eterna
se il tuo cuore è puro.
(Angelus Silesius)