Il cane lupo cecoslovacco ha origine nell’ex-Cecoslovacchia,
negli anni cinquanta, dall’idea di accoppiare alcuni soggetti di pastore tedesco
con il lupo dei Carpazi, idea effettuata dall’Ing. Karel Hartl.
I pastori tedeschi utilizzati non somigliavano ai campioni dei ring delle
esposizioni, erano più simili ai cani che ancora oggi si confrontano nelle prove
di utilità e difesa sportiva: schiena dritta, torace largo, testa massiccia,
pelo grigio/rossastro.
Lo scopo originale dell’esperimento era quello di verificare se fosse stato
possibile migliorare la salute, la resistenza e la tenacia dei cani militari
impegnati presso la Guardia di confine, selezionando soggetti addestrabili e con
buone attitudini per i corpi militari, l’aspetto non aveva molta importanza.
Dalle poche informazioni disponibili non veniamo a conoscenza dei criteri di
selezione e accoppiamento che sono stati adottati, cioè quali caratteristiche
avessero i soggetti usati per questa selezione (altezza/peso,ecc…), se fossero
stati testati riguardo alla displasia e altre malattie genetiche.
Siamo a conoscenza di prove empiriche del tipo che per il primo accoppiamento
con la lupa Brita, ospitata nell’allevamento delle Guardie di confine, vennero
scelti due maschi di Pastore Tedesco: il primo tranquillo, ubbidiente e
addestrato; il secondo aggressivo, meno ubbidiente, ma comunque addestrato.
Il tentativo di accoppiare la lupa Brita con il primo soggetto di pastore
tedesco pare che fu un insuccesso. Il tentativo con il secondo soggetto di
carattere più forte ebbe buon esito e nacquero i primi cuccioli
dall’accoppiamento tra la lupa Brita ed il pastore tedesco Cezar z Brezoveho
haje. Successivamente la femmina di lupo Brita fu nuovamente accoppiata con il
pastore tedesco Kurt z Vaklavky originando una seconda linea generazionale.
I soggetti prodotti da questo accoppiamento risulta che fossero decisamente
selvatici, le generazioni successive incrociate con pastori tedeschi risultarono
poco addestrabili, maturando molto tardi e dimostrando un’attaccamento solo
verso una persona al punto da non essere utilizzabili nel lavoro da un estraneo.
Sempre in territorio Ceco fu utilizzato anche un maschio di lupo dei Carpazi,
Argo, incrociandolo con la femmina di pastore tedesco Astra z SNB che partorì
nell’allevamento della Polizia nel 1968.
Gli esperimenti dimostrarono così che era comunque realizzabile sia
l’accoppiamento tra un maschio di cane ed una femmina di lupo che viceversa.
Alcuni soggetti furono scelti per essere nuovamente accoppiati con pastori
tedeschi non consanguinei e alcuni soggetti furono mandati ad altri allevamenti,
testati probabilmente con prove di lavoro e prove di resistenza fisica (percorsi
su lunghe distanze) per dedurre quali di loro avessero migliore carattere e una
probabile “sana” struttura fisica.
Alcune generazioni furono mandate presso allevatori Slovacchi che lavorarono al
fine di uniformare la tipologia della razza.
Il compito di sviluppare la razza in Slovacchia è attribuito senza dubbio al
Maggiore Frantisek Rosik.
In Slovacchia si determinò una quarta linea di sangue utilizzando un maschio di
lupo, Sarik. Siamo intorno al 1982 e da quel momento per gli accoppiamenti si
utilizzò da allora solo sangue puro di Cane Lupo Cecoslovacco, che venne
riconosciuto come razza nazionale dal Comitato federale dell’associazione
allevatori della Cecoslovacchia. Pochi anni dopo però in Slovacchia, pare, per
ovviare al problema che ormai circa il 90% dei cuccioli allevati in quel
territorio erano parenti stretti ricorsero alla lupa Lejdi o Lady, con un
pastore tedesco Bojar von Scotterhof, determinando una quinta linea di sangue;
questo fu, in teoria, l’ultimo incrocio cane x lupo della storia della razza,
poichè fino ad oggi sembra che l’utilizzo dei lupi nella riproduzione non sia
più ammesso.
Stabilizzata la razza, lo standard fu approvato ufficialmente nel 1994. Nel
Giugno del 1999 è stato definitivamente riconosciuto dalla F.C.I.
Oggi dopo 50 anni di selezione i soggetti appartenenti e certificati come razza
Cane Lupo Cecoslovacco sono da considerarsi a tutti gli effetti dei veri CANI
anche se sembrano lupi.
Il lupo
Il lupo grigio (Canis lupus), o semplicemente lupo, è un mammifero placentato
appartenente alla famiglia dei Canidi.
Caratteristiche
lupoIl lupo appartiene alla famiglia dei Canidi, carnivori simili ai cani. Tra i
canidi il lupo è il più grande come dimensioni: lunghezza tra i 145 e i 160 cm.,
altezza tra i 90 e i 110 cm. Il colore del suo mantello varia a seconda dell’età
e delle stagioni; generalmente grigio-giallastro o marrone-rossiccio. Il lupo
presenta una dentatura caratterizzata da canini affilati, lunghi e ricurvi verso
l’interno. Questo animale raggiunge al massimo i 10 anni di vita in libertà e i
17 in cattività. Il peso del lupo varia geograficamente; in media il peso per il
lupo eurasiatico è di 38.5 kg, per il lupo nord americano è di 46 kg, per il
lupo indiano e il lupo arabo è di 25 kg, anche se – raramente – sono stati
identificati, in Alaska e Canada, alcuni esemplari dal peso superiore ai 77 kg.
Un esemplare selvatico, ucciso nel 1939 in Alaska, raggiungeva il peso record di
80 kg.
La fronte è ampia, le mandibole particolarmente robuste, gli occhi sono chiari,
generalmente di colore diverso e dal taglio leggermente obliquo, le zampe hanno
dei piccoli artigli affilati non retrattili. La mascherina facciale di un lupo
adulto si estende intorno alle labbra inferiori e superiori ed è di colore
bianco-crema, mentre negli individui giovani può essere incompleta oppure scura
in prossimità del muso. Le orecchie hanno generalmente un’attaccatura più
laterale e sono più lunghe e larghe. Solitamente non le porta mai flosce e
calate lungo i lati della testa, bensì le tiene in posizione eretta lungo il
profilo della testa. Il pelo ha sempre una colorazione varia che comprende
colori dal marrone antracite al marrone chiaro; ma anche nero, beige, bianco o
fulvo. Sul dorso la colorazione è beige con punte nere, sulla parte superiore
delle zampe anteriori vi è spesso una vistosa striscia nera e infine il torace è
quasi sempre marrone chiaro. Molto vorace, appartiene all’ordine dei carnivori
ed è classificato nel genere dei superpredatori.
Struttura sociale e caccia
Il branco
La funzione di ogni lupo è organizzata all’interno di un branco, con una
struttura sociale fortemente gerarchica.
Il branco è guidato da due individui che stanno alla punta della piramide
sociale, il maschio alfa e la femmina alfa. La coppia alfa (di cui solo uno dei
due componenti può essere il “capo”) possiede più libertà rispetto al resto del
branco, anche se i due non sono capi nel senso umano del termine: gli individui
alfa non impartiscono ordini agli altri lupi; bensì, possiedono la libertà di
scegliere cosa fare, quando farlo, dove andare, quando andare. Il resto del
branco, che possiede un forte senso della collettività, solitamente li segue.
Anche se la maggior parte delle coppie alfa è monogama, ci possono essere alcune
eccezioni: un individuo alfa può preferire l’accoppiamento con un lupo di
importanza minore nella scala sociale, in particolare se possiede legami di
parentela molto vicini con l’altro alfa (fratello o sorella, ad esempio). Si è
osservato che se un esemplare Alfa muore, il compagno o la compagna spesso non
forma una nuova coppia con un altro soggetto, ma rimane da solo a guidare il
branco. Tuttavia a volte può succedere che il lupo o la lupa vedova prendano un
nuovo compagno.
Solitamente, solo la coppia alfa è in grado di crescere una cucciolata (gli
altri lupi del branco possono allevare, ma, di solito, non possiedono le risorse
necessarie a portare i cuccioli alla maturità). Tutti i lupi del branco
assistono la crescita dei cuccioli. I piccoli, quando diventano adulti, possono
scegliere se rimanere all’interno del branco e aiutare ad allevare i nuovi nati,
opzione, di solito scelta da alcune femmine, oppure, disperdersi, scelta presa
in considerazione più che altro dai maschi.
La grandezza del branco può cambiare con il passare del tempo secondo alcuni
fattori, come l’habitat, la personalità individuale dei lupi, o la quantità di
cibo disponibile. I branchi possono contenere dai 2 ai 20 lupi, sebbene un
branco medio contenga circa 6 o 7 lupi. Un nuovo branco si forma quando un
esemplare abbandona il suo branco di nascita e rivendica un suo territorio. I
lupi solitari possono viaggiare in cerca di altri individui anche per distanze
molto lunghe. Gli individui che si disperdono devono evitare i territori di
altri lupi perché gli intrusi su territori già occupati vengono cacciati via o
uccisi.
Gerarchia
La gerarchia (guidata dalla coppia alfa) influisce su tutte le attività del
branco. Nei branchi più grandi, si possono trovare, oltre a quella principale,
altre due gerarchie separate: la prima viene esercitata sui maschi del branco ed
è guidata dal maschio alfa, l’altra sulle femmine del branco, ed è governata
dalla femmina alfa. In questo caso, il maschio alfa sarà il componente più
importante della coppia alfa, sebbene, in alcuni casi, sono state osservate
situazioni in cui la femmina alfa abbia preso il controllo dell’intero branco.
Le gerarchie del maschio e della femmina sono interdipendenti, e sono
costantemente mantenute da complesse e aggressive manifestazioni di predominio e
di sottomissione.
Oltre alla coppia alfa, si possono trovare, specialmente nei branchi molto
grandi, un lupo o dei lupi beta, un “secondo in comando” rispetto agli alfa.
Normalmente, i beta assumono un ruolo più importante nel gruppo aiutando
l’allevamento dei nuovi nati, spesso sostituendo i genitori quando la coppia
alfa è via.
La perdita di grado può essere immediata o graduale. Un lupo più vecchio può
semplicemente scegliere di lasciare il proprio posto quando gli si presenta un
pretendente motivato, evitando spargimenti di sangue o lotte. Dall’altro lato,
però, l’individuo sfidato può scegliere la lotta, che può avere diversi gradi di
intensità. Mentre la maggior parte delle aggressioni dei lupi è più che altro
ritualizzata, e non prevede danni fisici, uno scontro in cui la posta in gioco è
cosi importante può facilmente risultare in ferite o danni per uno dei due o
anche per entrambi. Colui che esce sconfitto da uno scontro del genere viene
molto spesso cacciato via dal branco, o addirittura, seppur molto raramente,
viene ucciso dagli altri membri del branco come atto di ribellione. Questo tipo
di scontro si verifica principalmente durante la stagione degli accoppiamenti.
L’ordine gerarchico all’interno del branco è stabilito e mantenuto attraverso
una serie di posizioni e di incontri rituali. I lupi preferiscono opporre
un’ostilità psicologica anziché fisica, ciò significa che uno stato molto alto
nella scala sociale è basato molto più sulla personalità o sull’atteggiamento,
che sulla taglia dell’individuo o sulla sua forza fisica. Il grado sociale, chi
lo ritiene, e quanto è elevato nella gerarchia varia molto tra branchi e
individui. In branchi molto grandi, o in un gruppo di giovani lupi, il grado
sociale può mutare costantemente, oppure essere circolare (esempio, lupo A ha il
predominio su lupo B, che a sua volta ha predominio su quello C, che ha il
controllo su A), o “incrociato” (il lupo A ha il predominio sul lupo B, cha ha
il predominio su C, che a sua volta controlla D e quest’ultimo controlla B. Un
eventuale E controlla C, e così a seguire…).
In un branco normale, comunque, solo un lupo assume il ruolo di omega (vale a
dire il più basso ruolo nella scala sociale del branco). Questi individui
subiscono il maggior numero di aggressioni dal resto del branco, e possono
essere soggetti a varie forme di crudeltà (a partire dal costante predominio
dagli altri membri del branco fino a continue molestie, anche fisiche). Sebbene,
dopo un’affrettata analisi, questa disposizione possa sembrare discutibile, la
natura dinamica del branco esige che un lupo sia al gradino più basso della
scala sociale. Infatti, tali individui sono forse più felici, pur sopportando
continue dimostrazioni di forza e di sottomissione, che vivendo da soli. Per i
lupi, il cameratismo, non importa in quale forma, è preferibile alla solitudine,
e, invero, i lupi sottomessi tendono a scegliere un basso grado nella gerarchia
piuttosto che rischiare di morire di fame. Nonostante ciò spesso gli omega osano
sfidare la coppia alfa e se questi vengono sconfitti vengono cacciati dal
branco. Questi potranno tornare nel branco originario o entrare in un nuovo in
una sola maniera: sfidare e sconfiggere una coppia alfa subentrando a essi.Il
maschio alfa o qualsiasi altro lupo più importante, dopo aver ferito o aggredito
l’omega, puliscono la ferita per evitare che si sporchi portando poi malattie al
branco o al sottomesso.
Cooperazione nella caccia e dieta
Un gruppo di lupi attacca un bisonte americano.
I branchi di lupi cacciano in maniera cooperativa qualunque grande erbivoro si
trovi nel loro territorio, mentre gli esemplari solitari si limitano di norma
alla caccia di prede piccole e medie, nonché di bestiame come pecore, capre e
vitelli. E’ anche vero che ci sono stati casi negli Stati Uniti di lupi isolati
che hanno ucciso alci e bovini adulti, approfittando del fatto che questi
fossero rallentati dalla neve alta. Lupi isolati, almeno fino a meno di un
secolo e mezzo fa, in Italia ed Europa in alcuni casi divennero antropofagi,
attaccando e divorando soprattutto donne e bambini, come accadde nei casi di
Palazzolo Acreide (Sicilia) alla fine del XVII secolo e a Cusago nel XIX secolo.
Tuttavia quei fatti furono eccezionali e oggi il lupo è del tutto inoffensivo
per l’uomo. Le tecniche di caccia del branco vanno dall’attacco a sorpresa alle
cacce a lungo termine. Attraverso una meticolosa cooperazione, un branco di lupi
è capace di inseguire una grande preda per alcune ore prima di arrendersi,
sebbene il tasso di successo di questo tipo di caccia sia relativamente basso.
Spesso prede dei lupi, se in branco, sono alci, caribù, cervi e altri grandi
ungulati. I lupi cacciano anche roditori e piccoli animali, seppure in maniera
limitata, poiché un lupo medio necessita per sopravvivere, dai 1,3 ai 4,5 kg di
carne al giorno. Ciò non significa che i lupi abbiano la possibilità di mangiare
ogni giorno: i lupi di rado mangiano quotidianamente, così, quando ne hanno la
possibilità, arrivano ad ingurgitare anche 9 kg di carne.
Quando cacciano prede molto grandi, i lupi attaccano da tutte le direzioni,
puntando specialmente al collo ed alle parti laterali dell’animale. Normalmente,
le prede sono animali troppo anziani, feriti, o troppo giovani; tuttavia, anche
animali sani possono occasionalmente soccombere.
Habitat
L’habitat preferito dal lupo è caratterizzato da aree forestali planiziali (di
pianura), foreste montane e radure. Oggi è diffuso soprattutto nelle regioni più
remote dell’emisfero boreale.
Un lupo ha mediamente un territorio di caccia di 100 km².
Per trovare cibo a sufficienza in un territorio inospitale o deserto, un branco
può arrivare ad occupare un territorio di 2500 km².
Distribuzione
Un tempo era diffuso in tutto l’emisfero boreale a nord del 15º parallelo. Ora è
drasticamente ridotto di numero negli Stati Uniti e in Europa.
Negli Stati Uniti il lupo era sopravvissuto soltanto in Minnesota e Alaska (dove
però si può cacciare dal 1º ottobre al 30 aprile). Il lupo è tutelato dalle
leggi degli Stati Uniti in tutto il territorio (esclusa ovviamente l’Alaska).
Grazie a una seria campagna di reintroduzione effettuata anni fa, il Lupo è
tornato in vari stati, come il Wyoming, Idaho e Montana, e in queste aree sta
aumentando di molto il suo numero, già superiore a diverse migliaia.
La presenza del lupo in Italia ha toccato il suo punto più basso agli inizi
degli anni 70. Una stima indicava che la popolazione si era ridotta a un
centinaio di lupi, concentrati sui monti dell’Abruzzo e della Calabria. Grazie
alle leggi di protezione, il numero dei lupi è lentamente cresciuto e stime
recenti lo calcolano in circa 800-1000 esemplari, distribuiti lungo tutto
l’Appennino, dall’Aspromonte fino alla Alpi Marittime, con presenze anche sui
preappennini laziali e nella Toscana centro-meridionale. A nord il lupo è
tornato sulle Alpi Occidentali, sconfinando sui massicci alpini francesi e
svizzeri.
Filogenesi
È probabile che gli antenati dei carnivori attuali, di cui fa parte il lupo,
appartenessero al gruppo dei Creodonti, un gruppo di Mammiferi carnivori
sviluppatosi durante il Cretaceo superiore ed estintosi nel Miocene (da 26 a 5,2
milioni d’anni fa); tale gruppo si diffuse in tutto il mondo tranne che in
America meridionale e Australia.
I Creodonti presentavano una morfologia simile a quella degli attuali carnivori,
ma possedevano teste più grosse e cervelli più piccoli in relazione alla
grandezza del corpo. Il genere più diffuso di Creodonti era Hyaenodon che si
sviluppò durante l’Eocene e visse fino al Miocene superiore occupando la terra
oltre trenta milioni d’anni fa. I veri Carnivori, anch’essi comparsi
nell’Eocene, erano dapprima piuttosto piccoli. Una famiglia di tale gruppo era
composta dai Miacidi. Il genere Miacis viveva nell’America settentrionale 40
milioni d’anni fa; visse nell’Eocene (da 54 a 37 milioni d’anni fa) e si suppone
che tali animali fossero di abitudini prevalentemente arboricole, ma che
possedessero già zampe allungate ed i caratteristici denti ferini. Alcuni
milioni d’anni fa, dopo il differenziamento degli Ursidi e Procionidi, compaiono
dal ramo comune (20-25 milioni d’anni fa) in successione abbastanza rapida, il
Cynodictis, il Cynodesmus, il Tomarctus (del quale restano solo alcuni crani e
denti e le cui zampe, secondo i paleontologi, erano molto simili a quelle del
lupo attuale, dei cani e delle volpi), il Canis donnezani, risalente a circa tre
milioni d’anni fa e vivente in Europa occidentale. Un particolare ramo evolutivo
era costituito dall’Hesperocyon, simile alla genetta, con lunga coda e arti
digitigradi, in grado d’arrampicarsi sugli alberi. Quest’ultimo era forse il più
veloce tra i Canidi. La sua dieta si basava su insetti, frutta e piccoli
Mammiferi. Viveva nell’America settentrionale. Il Canis donnezani e il Tomarctus
erano, tra tutti gli animali citati, quelli geneticamente più vicini all’odierna
famiglia dei Canidi.
Verso la fine dell’Eocene e durante i successivi periodi dell’Oligocene e
Miocene (da 38 a 5,2 milioni d’anni fa) questi primi carnivori prosperarono
adattandosi ai mutamenti climatici, vegetazionali ed alla disponibilità di
prede. Tra il Miocene ed il Pliocene le estese praterie eurasiatiche
rappresentarono l’habitat favorevole per la differenziazione e la diffusione
degli Ungulati e quindi di nuove modalità di sopravvivenza legate alla caccia da
parte dei primi Mammiferi carnivori. Durante l’Oligocene (34 milioni d’anni fa),
a partire dall’Hesperocyon, si originarono delle linee evolutive che nella
maggioranza dei casi s’estinsero, tuttavia riuscì ad adattarsi e ad affermarsi
il ramo che, passando per il Leptocyon, condusse ai Canidi moderni. Risale al
Pleistocene (2 milioni d’anni fa) una delle prime creature con sembianze simili
al lupo: era il Canis dirus. Lungo oltre 1,6 metri e pesante mediamente circa
80-90 kg, il Canis dirus, più grande rispetto al lupo attuale, aveva una testa
più grande, zampe più robuste, denti più massicci (Mech, 1970).