Nessun vascello c'è che come un libro
possa portarci in contrade lontane.
(E.
Dickinson)
Questa polvere quieta fu signori e fu dame
E giovani e fanciulle
Fu riso, arte e sospiro
E bei vestiti e riccioli.
E questo inerte luogo fu la dimora estiva
Dove api e fiori
Il loro ciclo orientale compirono,
Poi anch'essi ebbero fine. |
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Molto inoltrato era il nostro viaggio:
I nostri piedi erano quasi giunti
A quella strana svolta sul cammino dell'essere
Che ha nome Eternità.
Il nostro passo si fece ad un tratto timido
E i piedi avanzarono esitanti.
Davanti a noi eran città, ma nel mezzo
La foresta dei morti
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Fu molto lunga la separazione,
Ma venne l'ora dell'incontro:
Davanti al trono di Dio giudicante,
Per la seconda e ultima volta
Questi amanti incorporei s'incontrarono,
Un cielo nello sguardo,
Cieli dei cieli a ognuno il privilegio
Di contemplar gli occhi dell'altro.
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Questa polvere quieta fu signori e fu dame
E giovani fanciulle,
Fu riso, arte e sospiro
E bei vestiti e riccioli.
E questo inerte luogo fu la dimora estiva
Dove api e fiori
Il loro ciclo orientale compirono,
Poi anch'essi ebbero fine |
Non conosciamo mai la nostra altezza
Finché non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fdeli al nostro compito
Arriva al cielo la nostra statura.
L'eroismo che allora recitiamo
Sarebbe quotidiano se noi stessi
Non c'incurvassimo di cubiti
Per la paura di essere re. |
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L'irraggiungibilità
Di chi ha compiuto la morte
E' per me più maestosa
D'ogni maestà della terra.
L'anima scrive "Non in casa"
Sopra la carne
E si avvia col suo dolce passo etereo
Dove non è speranza di toccarla.
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E' l'immortalità forse un veleno
Che gli uomini ne sono così oppressi?
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Bussò il vento come un uomo stanco
e io senza indugio
da padrona di casa dissi "avanti",
ed esso venne dentro.
Un ospite veloce, senza piedi,
cui offrire una sedia era impossibile
come invitare l'aria
ad accomodarsi sul sofà.
Non aveva ossatura a sostenerlo.
Il suo parlare era come l'empito
di tanti colibrì in una volta
dall'alto di un cespuglio,
il suo volto un'ondata.
mentre passava le sue dita sparsero
una musica, come un'armonia
vibrante soffiata sopra un vetro.
Sempre aleggiando fece la sua visita,
poi come un uomo timido
bussò ancora - a raffica, nervoso -
e io rimasi sola.
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Alcuni dicono che quando è detta, la parola muore.Io dico invece che proprio quel giorno cominci a
vivere.
(Emily Dickinson)
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Ho
messo in queste pagine,le poesie che secondo me sono le più
belle,spero siano state di vostro gradimento.
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