|
Perchè
si dice "piantare in asso"?
Questa
locuzione è una deformazione di "lasciare in Nasso",nel senso
di abbandonare qualcuno improvvisamente, quando meno se lo aspetta.
Ingrato! Proprio come era successo alla povera Arianna,figlia di re
Minosse,che,secondo il celebre mito greco,avrebbe aiutato l'eroe Teseo a
uscire dal labirinto del terribile Minotauro. Successivamente Arianna
sarebbe stata però abbandonata da Teseo sull'isola di Nasso
e,disperata,si sarebbe gettata in mare.
Perchè
si dice "mangiare a ufo"?
"A
ufo" significa gratis, e la locuzione deriverebbe dalle lettere
inviate al governo dai magistrati di Firenze nel Quattrocento. Su queste
lettere,prive di spesa, per distinguerle dalle altre si metteva la
scritta "ex offitio",poi abbreviata in "ex uffo".
A cosa serve il numero zero?
L'importanza dello zero è legata all'introduzione del "sistema posizionale" (quello in uso oggi) dove, partendo da destra, una cifra in prima posizione ha il valore di unità, in seconda di decine, in terza di centinaia e così via: con questo sistema era necessario un segno per indicare lo spazio vuoto. In questo senso l'introduzione dello zero va fatta risalire alla cultura indiana. L'uso dello zero consentì di eseguire operazioni prima possibili solo con l'ausilio dell'abaco, tavoletta con aste e palline. Il termine "zero" (dall'arabo sifr, "nulla") fu usato per la prima volta in Occidente dal matematico italiano Fibonacci nel 1202.
Gli oggetti metallici sul corpo possono attirare i fulmini?
No, ma i metalli presenti sul corpo possono provocare bruciature se si viene colpiti da un fulmine. Ciò si spiega con la legge di Ohm, secondo cui l'intensità della corrente è più alta dove la resistenza è più bassa. Poichè il corpo umano ha una resistenza alta, la corrente scorre più facilmente in corrispondenza degli oggetti metallici, ottimi conduttori. Lontani. Se colpiti da un fulmine, dunque, il metallo si scalderà rapidamente ustionando la vittima. Per questo motivo è meglio spogliarsi degli oggetti metallici durante un temporale. Li si può tenere in una borsa: basta che stiano ad almeno 5 cm dal corpo.
Da Quando l'anno inizia il primo gennaio?
Lungo l'orbita terrestre non c'è alcun punto che segni necessariamente l'inizio dell'anno: la scelta di una data è arbitraria ed è infatti mutata più volte. Anticamente l'inizio del nuovo anno era spesso fatto coincidere con l'equinozio di primavera (che oggi corrisponde al 21 Marzo). Ma mancò a lungo un accordo comune.
SOLARE. Nel I sec. a.C., Giulio Cesare volle far iniziare l'anno in occasione del solstizio d'inverno (il 21 Dicembre) ma i senatori chiesero di posticipare la data al 1° Gennaio, quando aveva inizio l'attività del senato. Dopo la caduta dell'impero romano l'inizio dell'anno cambiò ancora, finchè nel 1564 l'allora tredicenne Carlo IX, re di Francia, fissò di nuovo il 1° Gennaio come primo giorno dell'anno. Questa scelta fu via via accettata anche dagli Paesi cattolici, mentre fu osteggiata in quelli protestanti. In Gran Bretagna si continuò a festeggiare l'inizio dell'anno il 25 Marzo fino al 1752, mentre la Russia ortodossa attese per cambiare fino al 1917, l'anno della rivoluzione Bolscevica.
Perchè si va in luna di miele?
L'usanza della luna di miele ebbe inizio presso gli antichi Teutoni, che vivevano nello Jutland, nel Nord d'Europa, finchè non migrarono a sud nel II sec. a.C. Per un mese lunare dopo le nozze gli sposi celebravano la loro unione bevendo idromele, una bevanda alcolica ricavata dal miele. UBRIACHI? Questa festa divenne nota come "luna di miele" e in seguito l'espressione si riferì all'abitudine degli sposi di fare un viaggio immediatamente dopo il matrimonio. In alcuni casi essa indica più genericamente le prime settimane successive alle nozze, in cui si suppone che i novelli sposi vadano particolarmente d'amore e d'accordo.
Qual'è l'origine della parola magica "Abracadabra"?
L'esatta origine storica è ignota, ma si tende a collegarla con un antichissimo incantesimo ebraico che comincia con Abr Abra Abrak Abraka (e via di questo passo). La sua più antica menzione è contenuta nei "Precetti di Medicina" del II sec d.C., compilati da Quinto Sereno Sammonico, medico dell'imperatore Settimo Severo, che ne esaltava il valore taumaturgico e dava istruzioni su come scriverla su un foglio piegato in quattro da appendere al collo dei malati (i quali, dopo averlo portato per nove giorni senza mai aprirlo, dovevano gettarlo in un fiume che scorresse verso occidente). Attualmente la parola è entrata nei dizionari come generico sinonimo di "formula magica".
|